mercoledì 4 giugno 2014


"BOIA PER CASO"


"Per non sventolare troppo i manti bianchi dei giusti, chiediamoci: se la mia vita avesse preso una piega diversa, non sarei diventato boia anch'io?
E' una domanda paurosa se si vuole rispondere onestamente."


pagina 172, quarto capitolo ("Le mostrine celesti") della prima parte ("L'industria carceraria").



Solzenicyn intende per boia i militari che facevano parte della NKVD.
Questi militari commisero azioni inumane prendendosela sempre con persone indifese.
La riflessione dello scrittore è molto semplice: se fossi stato io indottrinato dal regime e dal sistema sarei riuscito a mantenere la mia coscienza\essenza?
Lascio a voi la risposta...
Un'altra cosa che mi ha stupito leggendo il libro è il fatto che tutta questa violenza fosse gratuita e svolta da sovietici verso altri sovietici.
Il copione della procedura era sempre lo stesso: la persona veniva arresta per un'inezia (quasi fosse uno scherzo), torturata e poi spedita nei campi di lavoro.
Leggendo queste 2 righe sono giunto alla conclusione che prima di giudicare qualcuno bisogna
sempre tener conto del contesto generale (sociale-storico-geografico) che ha "cresciuto" quell'individuo.
 

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